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Monday, 18 March 2013

Semplici ipocriti o autentici fessi allo sbaraglio?

I grillini, aka movimentisti a cinque stelle, sono riusciti a diventare il primo secondo partito alla Camera* sulla base di un atteggiamento intransigente di rottura con la "vecchia" politica, intesa quantomeno come nomi e sigle. Grazie all'approccio "non faremo alleanze", hanno drenato voti di protesta e sono esplosi come partito.

Al di là del successo elettorale, trovo demenziale questo approccio per un partito sedicente rivoluzionario, perché a meno di non portare a casa il 50%+1 dei voti ("facile" alla Camera, impossibile al Senato) significa puntare a non voler mai governare, dove mai si intende in eterno. Altro che rivoluzione, si passa solo per gli scassapalle che assistono al gioco di altri senza proporre nulla di proprio, atteggiamento tipico di una nazione con 50milioni di commissarî tecnici ma  diametralmente opposto a quello che occorre in Italia oggi.

Questo è l'atteggiamento di Grillo. Rispecchia effettivamente quello che i suoi deputati stanno mantenendo? Alla prima verifica concreta - l'elezione del Presidente del Senato - alcuni grillini dissidenti hanno mancato di seguire  la linea oltranzista del non-capo e hanno deciso che, pur di evitare l'elezione dell'impresentabile Schifani, era meglio regalare voti al candidato di csx.

Atteggiamento saggio, rispettabile, intelligente. Purtuttavia ipocrita, perché si è  sempre professato il contrario che, puntualmente, avrebbe conseguenze nefaste, vedasi Schifani. Ci siete già arrivati?

Ora, tutto potrebbe risolversi in maniera serena, se non fosse per alcune  giustificazioni arrivate in queste ore. Partirei dal preambolo, ovvero dalle infelici (eufemismo) dichiarazioni della capogruppo 5 stelle alla Camera, Roberta Lombardi:

"Le elezioni dei rappresentanti sono troppo lente, sono uno spreco di denaro pubblico. Non si può perdere così una giornata".

Molto bene, ci sta. Le procedure sono troppo farraginose, arcaiche; meglio procedere più spediti, tanto si hanno le idee chiare e non c'è bisogno di ragionare, ci insegna la Lombardi.

Il Senatore Vito Crimi
Tutto vero? Forse no, visto che dopo il voto che ha portato all'elezione di Grasso, Grillo ha tuonato contro i "ribelli" che hanno appoggiato un candidato esterno, portando Vito Crimi (capogruppo al Senato) a ribattere così:

"Ci siamo subito riuniti, ci siamo fatti portare panini e acqua nella stanza, e confrontati a lungo
(dalle 14.00 alle 16.30, NdMe) senza il tempo per poter approntare uno streaming ne poter interpellare in modo attendibile la rete… Alla fine si è deciso di votare per alzata di mano tre opzioni: 1) Votare Grasso 2) Lasciare libertà di voto 3) Non votare ne Grasso ne Schifani (scheda bianca, nulla, con scritto Orellana, non votare erano tutte opzioni equivalenti ai fini della terza opzione). Su ogni opzione si è votato liberamente, senza il vincolo che chi votava per una non potesse votare per l’altra, e per ciascuna si è cercata una maggioranza, e la maggioranza assoluta ha votato per la terza opzione".

Ecco alcune mie osservazioni:
  • evidentemente, tutti i buoni propositi iniziali (nessuna alleanza, niente compromessi) erano pura demagogia, dato che quando si passa alla politica vera e propria l'intransigenza programmatica viene agilmente buttata alle ortiche. Buono a sapersi, ma faccio notare a Crimi e ai 5 Stelle che non c'era niente da dover discutere;
  • è interessante anche il fatto che senza una connessione ad internet, i 5 Stelle non sappiano che pesci pigliare. Si deduce che un sotto-campionamento dell'intelligenza collettiva non ne conserva le caratteristiche. In altre parole, non è scale-free. Forse (forse?) serve più rappresentanza in Parlamento, piuttosto che invocare demagogicamente il taglio dei parlamentari;
  • trovo stupendo il fatto che, a dispetto di una assemblea in cui si è deliberato di non votare nè Grasso, nè Schifani (cosa ovvia, ripeto, per i 5 stelle), poi grazie al voto segreto ognuno faccia il cazzo che gli pare;
  • trovo infine magnifico accostare le parole di Climi a quelle della Lombardi: anziché bofonchiare stupidate riguardo sprechi e tempo eccessivo, perché non lo si impiega per RAGIONARE e DISCUTERE? 
Cari grillini, fate il vostro lavoro, fatelo bene, fatelo con intelligenza, piantatela di dar retta a Grillo che vi manda solo in confusione e vi obbliga ad una linea demenziale. Accendete il cervello individuale, solo questo serve all'Italia.

EDIT: niente, la realtà supera sempre la fantasia e spazza via ogni barlume di logica. Beppe Grillo ha unilateralmente deciso di introdurre due "coordinatori della comunicazione", uno per ogni ramo del Parlamento, affinché "si interfaccino con i capi-gruppo". Insomma, che fondamentalmente gli dicano che cosa dire. Naturalmente, controllati da Grillo e pagati con soldi pubblici, perché la democrazia dal basso funziona così.

EDIT: la domanda retorica è stata parzialmente fugata dalla Lombardi stessa.

* La mia amica Lara mi fa presente che, contando i voti degli italiani all'estero, il M5S è il secondo partito alla Camera.

Sunday, 15 July 2012

Giornalismo italiano e copia/incolla

Qual è la probabilità che due redattori di due testate indipendenti e teoricamente concorrenti scrivano due articoli completamente identici, parola per parola? Diciamo zero?

Al di là dell'assoluta inutilità della notizia, è interessante che RaiNews24 e Repubblica.it abbiano pubblicato lo stesso identico testo, la cui unica differenza è nel titolo vagamente differente. Nella migliore delle ipotesi, l' articolo è stato offerto ad entrambe le testate da un freelancer ed è stato riversato online senza troppi complimenti.

Non conosco la produzione di RaiNews24, ma so per certo che la qualità degli articoli di Repubblica è totalmente in picchiata — con punte di autentico orrore quando vengono trattati argomenti scientifici — il che mi porta a pensare che questo tipo di approccio al risparmio usato per gli articoli di contorno venga applicato anche a quelli principali. Tristezza.

Tuesday, 5 July 2011

La notte della rete


Online video chat by Ustream

La censura della rete è un vecchio tarlo bipartisan italiano e sta arrivando a compimento in questi giorni. La nostra classe dirigente teme internet, perché anarchica e incontrollabile. Un canale i cui contenuti non sono imposti dal palinsesto ma creati dall'utenza. Un sistema in cui non si può sbattere fuori una voce sgradita perché urla la verità, ma con cui devi fare inevitabilmente i conti. Un mezzo tramite il quale chiunque può denunciare la nudità del Re e vedere il proprio messaggio amplificato migliaia di volte. Un mondo in cui la distanza tra noi "cittadini qualunque" e chi ci governa è così breve che la massa può eruttare il proprio malcontento nel giro di pochi click.

Un sistema così è del tutto intollerabile a Berluscolandia e quindi, con la scusa della protezione del copyright, all'AGCOM verrà dato il potere di "spegnere" siti in maniera arbitraria. Una roba da dittatura comunista, proposta dal partito sedicente liberale e ironicamente spalleggiata dall'authority per le comunicazioni. Fenomenale, giusto da noi può accadere.

Il Presidente del Consiglio non ha mai avuto alcun interesse per lo sviluppo di internet (salvo infilarla ipocritamente nel suo celebre programma delle tre "I", poi scioltosi come neve al sole), il che è una idiozia spaventosa anche solo per lo sviluppo economico del paese. Eppure i fondi vengono dirottati alle sue televisioni, a causa di un irrisolto conflitto d'interesse. E il digital divide aumenta. E' strategico, perché far navigare le persone significa far scoprire nuove fonti di informazione e far sviluppare un approccio critico alle notizie; significa anche sottrarre audience alle televisioni e indebolirne la capacità persuasiva. Pensate alla differenza tra le reazioni violente dei giorni di tangentopoli e quelle dei giorni nostri: gli scandali sono del tutto equivalenti (anzi, forse adesso è peggio), la sola differenza è che allora Craxi non aveva la difesa dei vari Minzolini.

Insomma, la situazione è grave ed è il momento di attivarsi. In questa ottica, stanotte, un gruppo di giornalisti, artisti, esperti, blogger e attivisti per la libertà di informazione (mai così in basso nel nostro paese, secondo Freedom House) farà una trasmissione diffusa in streaming in cui lanceranno il proprio j'accuse al Governo. Se vorrete seguirla, quà sopra c'è lo streaming.

Friday, 21 January 2011

Il popolo delle coincidenze

Vorrei condividere una serie di pensieri che ho elucubrato. Forse è tutto un po' dietrologico, ma non sono un tifoso delle coincidenze.

La questione Ruby è avvenuta nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010. Il 29 è sabato, il 30 domenica; il lunedì il parlamento non lavora.

Il primo giorno utile (cioé il primo giugno) Gasparri e altri amici suoi presentano un emendamento (il 1707) alla legge sulle intercettazioni che non tratta affatto di intercettazioni. Anzi, provoca scalpore il fatto che sembra quasi alleviare le ritorsioni verso i pedofili. In particolare, l'emendamento mira a far escludere l'arresto obbligatorio in casi di "minore gravità".

A pensar male si fa peccato ma... è proprio bizzarro che Gasparri presenti un'emendamento, in una legge che non c'entra un tubo di niente, che sembra proprio volto ad evitare l'arresto di una persona che sì, fa sesso con un minorenne, ma in maniera "non grave". Cosa ci viene in mente?

Ho ritenuto che questa potesse essere davvero una coincidenza (sarò prevenuto..), ma ora leggo un'altra notizia complementare: nell'ottobre scorso il PDL ha cercato di modificare la competenza dei tribunali per quanto concerne i reati di prostituzione minorile!
"Al senato passò la proposta di modifica per spostare la competenza di alcuni reati (il 600-bis, il 600-ter, il 600-quater ecc...) tra cui la pornografia minorile dal tribunale del capoluogo del distretto a quello circondariale" (il Messaggero).
Una modifica evidentemente priva di qualsiasi giustificazione, tranne una. E se è vero che due indizi non fanno una prova, dipingono comunque un disegno generale: Ruby è un problema gigantesco per Berlusconi, e sono mesi che cercano di rattopparlo con leggi e leggine ad hoc. Quale sarà la verità dietro tutto?

Aggiornamento 22 gennaio:  Cicchitto dichiara che l'abbassamento della maggiore età "è fra le questioni sul tavolo, anche se non la più urgente". Direi che ormai il sospetto è più che confermato. Terrò traccia in questo post di tutti gli sviluppi, a futura memoria.

Aggiornamento del 10 marzo: il Fatto Quotidiano riporta la confessione di una addetta all'anagrafe egiziana, secondo la quale due persone avrebbero cercato di corromperla per modificare la data di nascita di Ruby. L'IDV invoca un'inchiesta.

Aggiornamento del 7 luglionuovo tentativo di spostare le indagini modificando la legge, insorge la senatrice PD Della Monica: "state per fare una nuova, l'ennesima, legge ad personam per cercare di salvare Berlusconi dal processo Ruby. Non vi importa nulla del danno enorme che state per fare a tutte le investigazioni sullo sfruttamento sessuale dei minori e sulla tratta delle ragazzine". Intanto, la Corte Costituzionale ha definito "ammissibile" il ricorso per conflitto di attribuzione sollevato alla Camera: l'arrivo di Quaranta come presidente comincia a dare i suoi frutti.

Wednesday, 12 January 2011

Le palle della crisi



Il grafico quì sopra rappresenta i dati dell'esposizione dei cosidetti PIIGS, aggiornati al 31 dicembre 2010; il pallone più grande siamo noi.

Combiniamo questa informazione con l'aver avuto per un anno un Ministro allo Sviluppo occupato ad arredare case a sua insaputa (cioé, a farsi corrompere in cambio di appalti), un altro anno senza averlo proprio (d'altronde il bunga bunga porta via tempo ed energie) e un neo ministro col tarlo della difesa del copyright televisivo, che come primo intervento stronca le nascenti WebTV (strano, chissà chi si avvantaggia di una decisione simile!), con la stessa astuzia di quell'altro fesso di Pisanu che danneggiò la diffusione del wi-fi in Italia grazie ad una legge a dir poco scellerata, prodotta sull'onda delle fobie terroristiche e, in seguito, sconfessato dal suo stesso partito.

Misceliamo questa meraviglia con un dato: nell'ultimo decennio abbiamo avuto la crescita più lenta al mondo, migliore solo della sfigatissima Haiti. E il Parlamento? Starà lavorando alacremente per superare questo blocco? Macché: resta chiuso per intere settimane e, quando riapre, le uniche preoccupazioni sono tagliare fondi all'istruzione (che nel medio-lungo termine è l'unica possibilità di risalita) e salvare il premier dai processi, il tutto mentre i nostri beni culturali (che potrebbero tenerci a galla in eterno) vanno letteralmente in briciole, sbolognati a uno dei ministri più impresentabili di cui si abbia memoria.

Ma torniamo al grafico e ripensiamo alle continue rassicurazioni di Berlusconi (la crisi non esiste, è tutta psicologica, è colpa della sinistra pessimista, eccetera), le metafore videoludiche di uno stralunato Tremonti che vede riapparire la crisi ogni due per tre (sarà perché ragiona a brevissimo termine, sondaggi alla mano? o sarà una finissima tattica per non attirare l'attenzione delle agenzie di rating?) e la disoccupazione a livelli record, specialmente quella giovanile che ormai conta un disoccupato ogni tre persone. Ma non c'è rimedio, ammonisce Sacconi: la colpa è dei genitori che fan studiare i figli e dei professori che li persuadono di avere un cervello. Di fronte ad argomentazioni così solide e ragionamenti così fini, non si trovano sufficienti aggettivi per replicare compiutamente.

Sopra tutto questo brillante scenario, spicca la latitanza del governo nella questione FIAT e, più in generale, dei rapporti lavorativi. Ma sì... chiudiamo gli stabilimenti, delocalizziamo tutto, perdiamo terreno come ricerca e innovazione: è la globalizzazione no? Sorprende (ma anche no) l'ostinazione nel buttare una decina di miliardi l'anno tra missioni di esportazione di pace e inutili acquisti bellici, in controtendenza col resto d'Europa, che preferisce tirare la cinghia e investire su altri fronti.

Infine, qual è la ciliegina sulla torta? Eccola: il Wall Street Journal ha pubblicato ieri la nuova classifica della libertà economica planetaria. Uno dice "beh, abbiamo un governo sedicente liberista, chissà che risultato!". Ovviamente no, abbiamo fatto un poderoso balzo all'indietro che ben si appaia a quello della libertà dei media, sceso al livello di una dittatura centro-africana.

Friday, 17 July 2009

Nei panni del neo laureato

A differenza di molti neo-laureati, essendo già un dipendente a tempo indeterminato non ho avuto alcun problema nell'annaspare tra le offerte lavorative radunatemi dagli uffici di job placement subito dopo la proclamazione. Devo anzi ammettere che mi sta procurando un certo diletto osservare la nonchalance delle aziende nel chiedere la Luna in cambio di un tozzo di pane.

Nella fattispecie, qualche giorno fa mi è arrivata questa perla:

"Multinazionale X, impegnata nel settore Y (che naturalmente non c'entra nulla con l'IT), cerca un tirocinante che dovrà creare e sviluppare software che (traduco dall'inglese) 'ci faccia guadagnare di più'. Il tirocinante deve sviluppare programmi, aggiungendo features a richiesta e, quando sono completati, mantenerli, supportarli, formare le utenze, fare supporto regionale e nazionale e creare soluzioni ancor più complesse.
E' richiesta una laurea, esperienza in C#, C, C+ (cos'è!!), C++ (seh..), Java e .NET, e in generale della programmazione OOP. Sono considerati bonus: esperienza in VBscript, ASP e SQL (evvai!). Necessario inglese di buon livello. Lo stage durerà sei mesi."

Ora, una persona che ha già esperienza (non conoscenza!) di metà di quei linguaggi è già un ottimo elemento, da trattare coi guanti. Si è laureato, quindi non è l'ultimo dei fessi. Ha un inglese di buon livello, che già per un italiano medio è una chimera. E tu, trovato uno così, gli offri sei mesi di stage sottopagato, in giro per la nazione, a fornire supporto e formare i clienti? Mabbaff...