Tuesday, 5 July 2011
La notte della rete
Online video chat by Ustream
La censura della rete è un vecchio tarlo bipartisan italiano e sta arrivando a compimento in questi giorni. La nostra classe dirigente teme internet, perché anarchica e incontrollabile. Un canale i cui contenuti non sono imposti dal palinsesto ma creati dall'utenza. Un sistema in cui non si può sbattere fuori una voce sgradita perché urla la verità, ma con cui devi fare inevitabilmente i conti. Un mezzo tramite il quale chiunque può denunciare la nudità del Re e vedere il proprio messaggio amplificato migliaia di volte. Un mondo in cui la distanza tra noi "cittadini qualunque" e chi ci governa è così breve che la massa può eruttare il proprio malcontento nel giro di pochi click.
Un sistema così è del tutto intollerabile a Berluscolandia e quindi, con la scusa della protezione del copyright, all'AGCOM verrà dato il potere di "spegnere" siti in maniera arbitraria. Una roba da dittatura comunista, proposta dal partito sedicente liberale e ironicamente spalleggiata dall'authority per le comunicazioni. Fenomenale, giusto da noi può accadere.
Il Presidente del Consiglio non ha mai avuto alcun interesse per lo sviluppo di internet (salvo infilarla ipocritamente nel suo celebre programma delle tre "I", poi scioltosi come neve al sole), il che è una idiozia spaventosa anche solo per lo sviluppo economico del paese. Eppure i fondi vengono dirottati alle sue televisioni, a causa di un irrisolto conflitto d'interesse. E il digital divide aumenta. E' strategico, perché far navigare le persone significa far scoprire nuove fonti di informazione e far sviluppare un approccio critico alle notizie; significa anche sottrarre audience alle televisioni e indebolirne la capacità persuasiva. Pensate alla differenza tra le reazioni violente dei giorni di tangentopoli e quelle dei giorni nostri: gli scandali sono del tutto equivalenti (anzi, forse adesso è peggio), la sola differenza è che allora Craxi non aveva la difesa dei vari Minzolini.
Insomma, la situazione è grave ed è il momento di attivarsi. In questa ottica, stanotte, un gruppo di giornalisti, artisti, esperti, blogger e attivisti per la libertà di informazione (mai così in basso nel nostro paese, secondo Freedom House) farà una trasmissione diffusa in streaming in cui lanceranno il proprio j'accuse al Governo. Se vorrete seguirla, quà sopra c'è lo streaming.
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